UNA LIEVE IMPRECISIONE di Gene Gnocchi

Storpiare il mondo o guardarlo dalla parte del nonsense, con la parole e con lo sguardo. Potrebbe essere questo l’atteggiamento preso da Gene Gnocchi nei confronti della realtà. Gnocchi viene da studi in legge e dalla televisione e dunque conosce i labirinti che si nascondono, che attraversano le parole e l’artificio e la bugiarderia di quel nuovo, grande occhio che in questi anni sembra averci catturati. Così, attraverso i racconti di Una lieve imprecisione, Gnocchi, e già dal titolo, dichiara quel disagio e quel difetto a cui siamo sottoposti e marcati, quella vulnerabilità esistenziale a cui non sfuggiremo. E ce la racconta da un punto di vista inequivocabile, quello di chi è nato al di là dello specchio televisivo. Perché il suo mondo, la luce di quel mondo, è nel video. In lui non c’è stato pendolarismo, diffidenza o cauto approccio. No, quello è il suo luogo di nascita, il suo continente, il punto cardinale. E’ un Tom Sawyer elettronico che ha perduto il suo amico Huck e si è inabissato in un mondo virtuale e sconosciuto, dove gli uomini hanno bisogno di addetti agli occhi per guardare i loro interlocutori, dove gli uomini si abbandonano a un’afasia totale o lottano per recuperare il tempo che contiene le vitali banalità del quotidiano.